Intervista a Cinzia Bravi, Consigliere Federlavoro Nazionale

  • 13/06/2022

Viviamo una tempesta perfetta: due anni di pandemia, una guerra alle porte dell'Europa, caro energia, inflazione alle stelle, difficoltà di reperimento di materie prime e componentistica, lo spettro della stagflazione in agguato. Come reagiscono le imprese italiane? Ne abbiamo parlato con Cinzia Bravi, Consigliere Federlavoro Nazionale - Federazione delle imprese e dei lavoratori autonomi.

Dopo una pandemia (ancora in corso, peraltro), una guerra. Quali sono le problematiche ritenute più esiziali dalle imprese, tra caro energia, inflazione alle stelle, difficoltà di reperimento di materie prime e componentistica? Come reagiscono le imprese da lei seguite a questa tempesta perfetta?

Di certo la sequenza di pandemia/guerra non ha aiutato le imprese e gli imprenditori.....da non dimenticare che queste ultime complessità vanno peraltro a sommarsi a crisi degli anni passati che non sono ancora state risolte, ed ahimè non saranno risolvibili in breve tempo. Pertanto le attuali difficoltà sono solo una catena di conseguenze nel complesso ingranaggio di produzione, mercato, rivendita...etc a tutti i livelli.

Quali sono le attività che più stanno soffrendo, tra quelle da lei trattate?

Il nostro mercato, così come è, come è stato pensato e come lo viviamo oggi, è un sistema complesso composto da diversi ingranaggi. In questo contesto tutte le attività soffrono: dal produttore al distributore, all'utilizzatore, sino - come si può vedere oggi - al portafoglio personale.

Dal suo osservatorio, è vero che le imprese non trovano lavoratori stagionali o comunque disponibili e quali sono le cause?

Tocchiamo tasti dolenti e che potrebbero sfociare in prese di posizione poco professionali. Che le aziende non trovino lavoratori sia stagionali che professionali è una grande realtà. La colpa?
Non sono più gli anni 90? Le generazioni? Le istituzioni? Le aziende stesse? Ho la vaga impressione che sia la somma di tante cose...ma non dimentichiamoci che è più facile lamentarsi che prendere posizioni e/o responsabilità.

In questi anni così difficili per l'Italia che lavora, è cambiato il suo modo di rapportarsi con le imprese clienti/socie? Che tipo di richieste vengono fatte? Che tipo di servizi vengono maggiormente richiesti?

Evolvere è nella natura dell'uomo: pensiamo a come si evolvono quotidianamente la tecnologia o la medicina. O si sta al passo o si viene superati, restando indietro e non al passo con i tempi. Quello che vogliono le aziende, a parere nostro, è disporre di persone certamente preparate e competenti, ma anche umane, ossia che sappiano, oltre che rispondere ai quesiti che vengono posti, anche aiutare i clienti in un ginepraio di normative e leggi in continua trasformazione.

Di questi tempi, Cinzia Bravi si definirebbe più consulente o più psicologa o che altro?

Siamo dei problemi solver: un po' dei Brachetti della situazione. In base a chi abbiamo davanti dobbiamo modulare la nostra personalità per comprendere le esigenze del cliente, rassicurarlo e far sì che si fidi della persona e fargli capire che sta cercando di aiutarla. Lei che tipo di consulente vorrebbe?



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