In un Novembre nero, ahinoi non per gli sconti del black friday, si ravvisa anche qualche timido segnale positivo. Il primo è un rialzo della fiducia delle imprese, ma anche dei consumatori, rilevato dall'Istat, dopo quattro mesi di flessione senza perdono. Le imprese mostrano nuove aspettative sulla produzione, ordini nei servizi e attese sulle vendite al dettaglio, anche in considerazione del Natale.
Del resto, segnala Confindustria, fino al terzo trimestre l'Italia ha miracolosamente tenuto allo shock energetico: il Pil è cresciuto, il turismo pure e i dati sul lavoro non sono stati malaccio.
Il rischio vero si annida purtroppo nel quarto trimestre, dove il prezzo del gas continuerà a salire e l’inflazione a galoppare, impattando inevitabilmente sui consumi. Secondo l’OCSE nel 2022 il Pil italiano chiuderà a 3,7%, rallenterà a 0,2% nel 2023 per poi attestarsi sull’1% nel 2024. La Presidente Lagarde ha dichiarato che la Bce aumenterà i tassi per garantire che l’inflazione ritorni all'obiettivo di medio termine del 2%.
C'è però un timido segnale positivo: il vicepresidente della Bce De Guindos ha affermato che, al netto degli interventi dei singoli stati, potremmo essere vicini al picco dell'inflazione. De Guindos prevede infatti ancora piccoli rialzi nei prossimi 3-4 mesi, ma successivamente una discesa dell'inflazione headline (che porta ad aumenti generalizzati). Risalirà tuttavia l'inflazione core come tendenza di rincari del lungo periodo, ad esclusione delle variazioni transitorie dei prezzi più soggetti a prezzi volatili, come cibo ed energia. Insomma: non bene certo, ma da qualche parte dobbiamo vedere il sereno in questo Novembre, che più che nero, forse è grigio.