A pochi giorni dalle celebrazioni del 1 maggio, è utile – per una Federlavoro che si rivolge all'Italia che lavora - operare una riflessione sulle molteplici trasformazioni che hanno interessato questo variegato mondo. La nuova struttura che è stata impressa alla nostra società dal Covid prima e dalle tensioni geopolitiche dopo, vede imprese che non trovano lavoratori e lavoratori che si licenziano alla ricerca di condizioni migliori, e non solo economiche ma anche organizzative e funzionali.
Ma c'è un aspetto poco esplorato che è quello demografico: negli ultimi vent’anni i lavoratori tra i 50 e i 64 anni sono quasi raddoppiati (+91%) e oggi un lavoratore su tre ha più di 50 anni, il tutto con una popolazione tra gli 0 e 14 anni diminuita di 800mila unità. Uno scenario di lavoratori maturi che supera ampiamente quella degli under 35, oltre ad incidere in maniera importante sui conti pubblici e sul tema pensionistico, richiede politiche del lavoro e riforme che non possono essere le stesse del passato. Si dirà che l'unica soluzione è cogliere la sfida dell'immigrazione: certamente come Federlavoro ci richiamiamo al mondo della rappresentanza per costruire una visione del lavoro che sia capace di cogliere e gestire queste complicate sfide.