Mentre infuria il dibattito sul salario minimo e alcuni giudici penali impongono alle aziende (vedi vigilanza privata) retribuzioni superiori a quelle previste dal CCNL di categoria siglato dai sindacati maggiormente rappresentativi, il TAR Lombardia il 4/09 ha confermato che spetta solo all'azienda scegliere quale CCNL applicare. A meno che l'impresa non applichi contratti collettivi contrari alla legge oppure riferibili a categorie del tutto diverse rispetto all'operatività aziendale, né il giudice né l’Ispettorato del lavoro possono sindacare sulla scelta del CCNL.
Il punto nel caso di specie era che il CCNL comparativamente più rappresentativo del settore, applicato dall'azienda, prevedeva salari più bassi dell'(ex) reddito di cittadinanza, salari che poù di un giudice ha ritenuto inferiori alla soglia di povertà e quindi contrari all'art 36 della Costituzione. Ebbene, per il TAR Lombardia le parti sociali di settore hanno le competenze e la rappresentatività necessarie e sufficienti per definire il minimo salariale corretto.